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Anna Bonera

Pollo all’harissa

Che io ami Jamie Oliver è risaputo, quel suo modo disordinato di cucinare mi rispecchia molto. Amo i piatti unici, i piatti che si preparano in una sola teglia, meglio ancora se poi si mette tutto in forno e si è liberi fino all’ora di mangiarlo.

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Al Castello di Sillavengo

Settimana scorsa ho avuto il piacere di andare a visitare il Castello di Sillavengo, una struttura immersa tra le risaie e i borghi del novarese.

Anche se può , in effetti , sembrare un castello, la dimora è una storica villa padronale costruita tra il XVI e il XVII secolo di proprietà dalla famiglia Caccia e oggi riportata al suo splendore da Sabrina Vittore e Antonio Pappalardo, i nuovi propietari.

Sabrina e Antonio hanno molto a cuore il benessere e il confort dei loro ospiti e questo si capisce dalla cura che hanno dei propri ospiti .

 

Il Castello ha 12 camere e una suite , tutte accuratamente arredate. Le camere danno sulla piscina o sull’orto interno, ricco di verdure ed erbe aromatiche che vengono usate nella cucina del ristorante Q33  dallo chef Maurizio D’Andretta.

Le camere sono dotate di tutti i comfort moderni, in più è presente un locale fitness per chi non rinuncia all’attività fisica, una suite spa privata per chi invece preferisce un buon massaggio o un trattamento corpo e l’antica grotta del ghiaccio, una volta deposito degli alimenti, oggi area wellness con bagno turco e doccia cromatica che affaccia sulla piscina esterna per un pomeriggio di vero relax.

Il Castello è situato in una posizione strategica a metà strada tra Milano e Torino, vicinissimo all’uscita autostradale per Vicolungo, il famoso outlet, e a pochi chilometri dall’areoporto di Malpensa. Ottima base anche per visitare il Lago Maggiore.

La cura dei particolari fa si che Al Castello sia la cornice ideale per festeggiare il grande giorno o celebrare una ricorrenza particolare.  Se poi avete in mente una cerimonia civile sappiate che , Al Castello, è possibile celebrarlo ufficialmente alla presenza del sindaco.

 

Potrete scegliere se usare le ampie sale interne o il bellissimo patio esterno.

 

 

 

Al Castello è possibile anche organizzare meeting aziendali, la sala incontri , diponibile per 70 persone , è dotata di proiettore,schermo,  microfoni, wifi e tutto quello che serve.

Un’occhio di riguardo viene anche messo nel ristorante del Castello, il Q33, dove lo chef Maurizio D’Andretta studia e prepara piatti che, sfruttando prodotti del territorio, esalta la cucina tradizionale ma con innovazione.

Dopo un aperitivo servito nell’orto delle erbe aromatiche ci siamo spostati nella sale del ristorate Q33, dove uno splendido camino ricordava la storia del Castello e qui abbiamo potuto gustare un pranzo stupendo .

Un entrè di pesce in carpione con crostini affumicati

Un risotto al gorgonzola ( siamo nella zona delle risaie novaresi )

Il Tapulone, una rivisitazione del classico stufato di asino, tipico della zona

Per concludere un dessert con latte in piedi, crema di frutto della passione e piselli .

Per concludere la giornata il caffè ci è stato servito nel patio esterno con un assortimento di petit four spettacolari (il mio preferito è stata la piccola mousse al cioccolato ).

Se avete in mente un weekend rilassante, magari con un salto a Vicolungo o dovete festeggiare una ricorrenza particolare vi consiglio di tener presente questo posto incantevole, non ve ne pentirete.

 

 

Biscotti da inzuppo di Pellegrino Artusi

Artusi è un mito della cucina italiana, nato nel 1820, la sua cucina e il suo libro La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene ancora oggi sono pieni di idee innovative e scritti in un modo veramente particolare. Se non vi è mai capitato di leggerne uno fatelo, potete trovarne anche gratis online o per pochi centesimi su amazon. Le ricette sono numerate e questa dei biscotti è la n. 572 .

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La scoperta del Labneh

Mi piacciono le spezie, mi piace scoprire nuovi sapori, mi piace imparare la cultura e le tradizioni di vari paesi ma visto che ultimamente non riesco più a viaggiare molto cerco di imparare qui ed è quello che mi è successo domenica con Daniela Di Veroli, un’amica ma sopprattutto una fantastica chef di cucina internazionale e israeliana in particolare. Ci siamo conosciute un paio di anni fa ad una serata dove, guarda caso, dovevamo cucinare . In quella occasione siamo riuscite a conoscerci molto, ma poi l’amicizia è continuata per fortuna.

Domenica abbiamo fatto un brunch tutto di cucina israeliana, ma dove Daniela ci ha raccontato anche tantissimo della tradizione e delle varie contaminazioni dei popoli della zona.

Io ho adorato tutto, ma la cosa che mi ha colpito per l’estrema facilità di esecuzione e per la versatilità è stato il Labneh o Labnah. Una sorta di formaggio morbido fatto colando lo yogurt salato e poi servito con aggiunta di spezie o erbe aromatiche.

Il grande vantaggio è che si può preparare con lo yogurt normale ( meglio quello greco ), sia con quello al 4% o allo 0% di grassi, facendolo divenatare così un perfetto alleato nelle diete.

Per fare il Labneh basta 1 kg di yogurt greco a cui aggiungerete una presa di sale fino, a questo punto dovrete metterlo a colare in un colino o colapasta foderato con una garza pulita e bianca per evitare che il colore venga rilasciato. Daniela suggerisce di usare i teli di TNT , il tessuto non tessuto, pratici e facilmente reperibili ovunque.

Sotto mettete un recipiente che raccoglierà il latticello che uscirà e che potrete usare nelle ricette dove viene richiesto come in questa buonissima torta .

Ora dipende da voi quanto aspettare. Da un minimo di 3 ore a un paio di giorni a secondo di quanto lo volete denso.

Io ho usato lo yogurt 0% e l’ho fatto riposare per 1 giorno in frigorifero, ne ho ottenuto un formaggio cremoso ma consistente, tipo un caprino per intenderci, poi l’ho diviso in 3 ciotole, una liscia, una condita  con del sumac e la terza con lo za’atar che Daniela mi ha portato da Israele, ma potete anche aggiungere delle erbe aromatiche tritate finemente.  Un filo d’olio ed ecco fatto. Perfetto con pane arabo, pane croccante e anche verdure da intingere.

Per me è diventata una droga, se ho la ciotola davanti non riesco a fermarmi finchè non è finita.

Provate e poi mi direte se non ha conquistato anche voi .

Daniela Di Veroli organizza corsi di cucina a Milano e Roma , io se fossi in voi non perderei l’occasione. Il possimo corso a Milano a maggio sarà di cucina portoghese .  Io vi ho avvisato .

Un pizzico di sale per il mio Margarita

margarita preparazione

Si lo so che da me vi aspettavate una ricetta da mangiare e non da bere ma volevo qualcosa di particolare questa volta. Ero indecisa se un caramello salato o un Margarita per raccontarvi della mia mattinata alla scoperta del sale e ho pensato che sorseggiare un margarita freddo con i primi caldi era perfetto.

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