Non so perchè ma quando sento il Natale arrivare mi viene voglia di preparare quei dolci, più piccoli, da colazione, da merenda, quelli che prepari quando sai che viene un’amica a trovarti per quattro chiacchere e vuoi offrire qualcosa con il caffè, ma che non vi distragga dalle mille cose che dovete raccontarvi . Un dolce che si possa sbocconcellare mentre si chiacchera, ecco le treccine alla ricotta di Luca Montersino sono così.
Leggere, senza uova, delicate nel sapore , morbide ma non troppo, ideali per essere anche inzuppate nel latte.
La ricetta fa parte di Croissant e biscotti il libro che in questi 2 mesi testeremo per Cakes lab.
Non pensate subito che ci piace vincere facile, come tanti grandi chef anche Montersino, a volte, è poco preciso nelle sue ricette.
In questa, ad esempio, non spiega quanto deve essere lungo il rottolo di pasta e quanti pezzi vengono con la dose che propone.
Nella spiegazione della ricetta non si capisce se l’uovo va nell’impasto o serve solo x spennellare alla fine e non si parla negli ingredienti dello zucchero per spolverarli.
Comunque vengono 22 treccine , l’uovo serve solo per pennellare quindi lo potete sostituire con del latte e secondo me e il mio forno 150° sono troppo pochi, io ho fatto 175° e 20 minuti sono giusti. ( la prima volta a 150° erano crudi).
Ecco la ricetta per le treccine
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Treccine alla ricotta
Morbide treccine dolci , senza uova e senza burro, leggere e perfette per la colazione
Mescolate tutti gli ingredienti e impastate, senza lavorare troppo, fino ad ottenere un composto liscio e ben amalgamato.
Ricavate dall'impasto tante palline, ognuna del peso di circa 60 g.
Stendete ogni pallina in un filoncino lungo circa 20 cm, piegatelo a U e intrecciatelo 2 volte .
Disponete le treccine su una teglia foderata con carta forno, pennellatele con l'uovo sbattuto( o del latte ) e cospargetele con lo zucchero.
Cuocetele in forno caldo a 175° per circa 20 minuti. Finchè saranno dorati
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Quindi a questa ricetta, più per come è scritta, che non per il gusto do una faccina contenta ma non felice.
Le feste si avvicina e io comincio già a pensare a qualche piatto per la tavola di Natale che mi piacerebbe offrire ai miei amici. Ho pensato a delle minipie speziate con i sapori che mi ricordano tanto il Natale , le pere, la cannella, la noce moscata.
Non so voi ma quando ho qualcosa di nuovo voglio usarlo subito e questo mi è capitato anche con il mio nuovo frullatore a immersione Ultimate Collection di Hotpoint.Non è solo un frullatore a immersione, ma grazie al grande boccale posso impastare, tagliare le verdure e sminuzzare i cibi, con il boccale piccolo posso tritare spezie, frutta secca e piccole quantità di prodotto, con la frusta montare panna e salse, con le lame omogeneizzare e frullare tutto, è veramente un grande aiuto in cucina. Grazie al suo box poi, posso tenere tutti gli accessori sempre in ordine e a portata di mano.
Volevo preparare qualcosa che mi riportasse subito al Natale e cosa meglio delle spezie del panpepato? Ho messo noce moscata, cannella, chiodi di garofano e anice stellata nel blender piccolo e in un momento ho ottenuto le spezie miste. Un’altra cosa molto intelligente di questo elettrodomestico è che ha la partenza soft, così da evitare schizzi e contraccolpi.
La pasta frolla l’ho preparata con il contenitore grande in un attimo e senza sporcare tutta la cucina. Ho impastato tutto velocemente e senza scaldare la pasta .
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Minipie speziati alle pere uvetta e noci
Piccole tortine speziate con un dolce e morbido ripieno alle pere, uvetta e noci
Preparare la pasta frolla speziata mettendo nella ciotola grande del Frullatore a immersione Hotpoint la farina, lo zucchero, il burro freddo a pezzetti, le spezie e le uova, azionare il frullatore alla massima velocità per 1 minuto, poi diminuire la velocità e continuare ad amalgamare gli ingredienti fino ad ottenere una massa omogenea. ( se fosse necessario potete unire un paio di cucchiai d'acqua fredda).
Versare l'impasto sul un piano, impastare velocemente con le mani per formare un panetto, avvolgere in un foglio di pellicola per alimenti e mettere in frigo a riposare.
Pelare le pere e tagliarle a pezzetti piccoli ci circa 2 cm, metterle in un contenitore adatto al microonde, aggiungere lo zucchero, le spezie, coprire con della pellicola e cuocere a 900watt per 3 minuti.
Nel frattempo con il mixer piccolo del frullatore a immersione tritate le noci grossolanamente
Togliere la pellicola, aggiungere l'uvetta già ammollata,le noci, mescolare e lasciare intiepidire.
Stendere la pasta frolla a uno spessore di 4 mm circa, ricavare dei dischi poco più grandi degli stampini, imburrare gli stampi, foderarli con la pasta frolla, bucherellare bene il fondo, riempire con le pere cotte e chiudere con un secondo disco di pasta.
Premere bene i bordi per far unire la pasta frolla e con i rebbi di una forchetta premere su tutto il bordo per sigillare bene. Fare dei tagli sulla parte superiore delle tortine per far uscire il vapore.
Cuocere in forno caldo a 180° per 25 minuti o finchè i bordi saranno ben dorati.
Fare intiepidire prima di servire .
Recipe Notes
Potete accompagnare le tortine con una pallina di gelato alla vaniglia o della panna leggermente montata spolverata di cannella.
Per ottenere le spezie per panpepato frullare della cannella, della noce moscata, dell'anice stellato e dei chiodi di garofano con il frullatore a immersione Hotpoint . Il mix di spezie non utilizzato per la ricetta può essere conservato a lungo in un contenitore di vetro a chiusura ermetica.
La cottura nel microonde evita che la frutta si scurisca e si rompa durante la cottura.
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Ecco le mie tortine pronte per partecipare al grande concorso indetto da Hotpoint in collaborazione con Ifood potete leggere la ricetta anche su Hotpoint xmaschallenge.
Ma vi piacerebbe partecipare, magari con me, al concorso dove potreste partecipare ad uno showcooking a fianco dei 10 finalisti e cucinare con loro come aiuto-chef e avere uno chef come giudice? Cosa ne dite, non sarebbe un’esperienza da ricordare per sempre ? Allora correte a leggere il regolamento sul xmaschallenge.hotpoint.it e a scoprire le 50 ricette partecipanti, tra cui la mia.
Magari potremo conoscerci in una serata di grandi emozioni, durante una grande festa prenatalizia .
Vi aspetto e aspetto la vostra registrazione per cucinare con noi.
Per ora vi auguro buone feste visto che da me Babbo Natale è già arrivato con Hotpoint.
Non proprio puntuali come un orologio svizzero ma arriviamo anche questo mese con il nuovo libro e il nuovo Crazy taste per Cakes lab.
Questo mese abbiamo deciso di farlo diventare un po’ più lungo, Dicembre è un mese impegnativo per tutti, quindi iniziamo oggi e finiamo al 30 dicembre così non avrete scuse, il tempo lo avete.
Abbiamo anche pensato di scegliere Luca Montersino come autore del libro da testare per cakes lab, a chi non piace? Tra tutti i suoi libri abbiamo scelto Croissant e biscotti, un libro colmo di ricette di lievitati, torte e biscotti, adatto a chi ama cimentarsi con i lievitati e a chi preferisce un semplice biscotto.
La ricetta scelta per il crazy taste è il plumcake, il dolce preferito degli anni ’70 . Ottimo per la colazione, per un tè, per una merenda dei bambini.
Dosi per 4 stampi monodose o 1 stampo 10 x 25
85 g di burro a temperatura ambiente
100 g di zucchero a velo
85 g di uova (2 uova circa )
170 g di farina W180 ( farina 00)
4 g di lievito in polvere
45 g di latte intero fresco
18 g di rhum
40 g di pinoli
40 g di uva sultanina
20 g di scorza d’arancia candita
20 g di cedro candito
0,2 g olio essenziale di limone ( un po’ di scorza di limone può sosotituirlo)
1/4 bacello di vaniglia Bourbon ( i semi)
Montate in planetaria o con un frullino il burro a temperatura ambiente con lo zucchero a velo, l’olio essenziale di limone ( o la scorza) e i semi di vaniglia fino a che ottenete una crema gonfia e bianca; a questo punto unite a filo le uova, il latte e infine a mano, mescolando dal basso verso l’alto, la farina setacciata con il lievito.
Completate l’impasto aggiungendo l’uvetta ( precedentemente ammollata in acqua calda e ben strizzata), i canditi leggermente infarinati, i pinoli e il rum.
Riempite con l’impasto gli appositi stampini in alluminio imburrati ed infarinati, cuocete in forno preriscaldato a 220°C per 5-6 minuti, poi abbassate la temperatura a 170° C e lasciate cuocere per altri 10-12 minuti. Fate la prova stecchino per verificare la cottura.
Questi tempi di cottura sono per monoporzioni, per una pezzattura più grande aumentano .
Su cakes lab trovate tutto il regolamento per partecipare, è una ricetta davvero facile , adatta a tutti, non ci deludete, fatelo come un simpatico regalo di Natale per noi.
Non sono una persona che segue molto le mode alimentari, non mi piace il tartufo, non mi piacciono le ostriche, poco il caviale, non amo particolarmente il pesce, a meno che non sia una bella frittura mista, ma non so perchè adoro il sushi ! L’ho scoperto tempo fa durante una manifestazione organizzata dal Giappone, dove ho potuto imparare a farlo da un vero maestro di sushi, con ingredienti di prima qualità e questo ha aperto la mia mente. Il sushi ( chiamiamolo così in generale) è molto sano ( se si rispettano alcune regole fondamentali), ha pochissimi grassi, il cibo è poco cucinato e anche le verdure sono crude, conservando così a pieno tutte le loro proprietà.
In casa mia solo le donne di casa lo apprezzano, gli uomini preferiscono la carbonara, quindi quando io e Giulia siamo a casa da sole lo facciamo spesso.
Recentemente ho avuto modo di conoscere i prodotti diNuova terra, tra cui proprio le alghe Nori, perfette per il sushi, quindi, secondo voi, potevo non provarle subito? Sono ottime, buone di sapore e perfette nella preparazione, inoltre le alghe Nori sono ricche di ferro e fibre.
Se vi va di cimentarvi nella preparazione del sushi provo a darvi qualche consiglio per evitare di avere problemi.
La cosa fondamentale è il pesce abbattuto !! Se usate pesce crudo va ASSOLUTAMENTE messo nell’abbattitore o, se come quasi tutti noi, non l’avete, va messo nel congelatore per almeno 72 ore, poi riportato a temperatura in frigorifero.
Non pensate che se il pesce è freschissimo va bene anche senza congelamento, no, no e poi no!
Se non siete sicuri o avete fretta potete optare per un sushi con tonno sott’olio,salmone affumicato, prosciutto cotto, formaggio, gamberi cotti o surimi, tutti prodotti che vanno benissimo e con cui non avrete problemi con l’ anisakis.
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Sushi : HosoMaki e Uramaki
Tempo di preparazione
60minuti
Tempo di cottura
12minuti
Tempo Passivo
10minuti
Porzioni
porzioni
Ingredienti
Riso per sushi --Makimono
400griso per sushiMisurate il volume del riso, vi servirà poi per la cottura
Lavate bene il riso sotto l'acqua corrente per 2 o 3 volte finchè l'acqua non sarà più torbida, quindi mettetelo a bagno per 30 minuti in acqua fredda.
Trascorso questo tempo scolatelo, mettetelo in una pentola e copritelo con uguale volume di acqua ( volume non peso ) , fate prendere bollore all'acqua e dopo 2 minuti di bollore abbassate la fiamma al minimo e cuocete coperto per 10 minuti. Non aprite mai il coperchio.
Intanto preparate 40 cc di aceto di mele, con lo zucchero e il sale, mescolate bene .
Dopo i 12 minuti di cottura spegnete la fiamma e lasciate riposare ancora per 10 minuti senza mai aprire il coperchio.
A questo punto il riso avrà assorbito tutta l'acqua di cottura, versatelo in un contenitore di legno ( sarebbe perfetto) ma se non l'avete va bene anche di vetro o plastico, no metallo.
Io uso il piatto di legno della polenta.
Conitelo con la misura di aceto e contemporaneamente raffreddatelo usando un ventaglio, questo renderà lucido il riso e non lo farà attaccare troppo.
Copritelo con un panno umido fino al momento di usarlo. Meglio non farlo il giorno prima ma solo qualche ora prima di usarlo.
Composizione Hosomaki
Stendete l'alga nori sul tappetino di bambù.
Poi delicatamente tenedo il tappetino arrotolate l'hosomaki, stringete un pochino usando il tappetino, ma non troppo o uscirà tutto dai lati.
Bagnando le dita in una ciotolina con acqua e aceto prendete un po' di riso e stendetelo sui 3/4 dell'alga
Appoggiate gli ingredienti che avrete scelto al centro del riso
Poi delicatamente tenedo il tappetino arrotolate l'hosomaki, stringete un pochino usando il tappetino, ma non troppo o uscirà tutto dai lati.
Tenedo la chiusura dell'alga sotto tagliate a metà il rotolo, affiancate le 2 metà e tagliatelo in 3 pezzi, avrete così pezzetti regolari.
Proseguite con gli altri.
Composizione uramaki
Coprite il tappetino con un foglio di pellicola, appoggiatevi l'alga e il riso, spolverate con i semi di sesamo.
Con delicatezza ma decisione prendete l'alga con il riso e giratela così che il riso rimanga a contatto col la pellicola.
Riempite con quello che preferite, senza esagerare, quindi arrotolate usando il tappetino e la pellicola contemporaneamente.
Stringete un pochino per far attaccare il riso e chiudere il rotolo.
Tagliate come per i rotoli sopra, se avete difficoltà potete tagliare anche la pellicola e toglierla poi dopo.
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Il sushi è un cibo che va preparato fresco, non può essere preparato con troppo anticipo, quindi a me piace molto preparare gli ingredienti e poi assemblarli con i miei ospiti, tra una chiacchera e l’altra.
I miei preferiti sono gli HosoMaki con salmone , gli Uramaki con tonno sott’olio, maionese, tabasco, inaslata, e con gamberi, avocado e verdura.
Settimana scorsa sono andata a Milano, presso la scuola di cucina de La cucina italiana per un evento offerto da Pam panorama per presentare la nuova linea Semplici e buoni, i prodotti alimentari per chi ha problemi di intolleranze o deve seguire una dieta. Ci sono prodotti senza glutine, prodotti ricchi di fibre, con meno grassi, senza zuccheri aggiunti, insomma semplici e buoni sono prodotti per ogni esigenza .
Ci siamo ritrovate con altri blogger, divisi in 4 squadre, per cucinare ognuno una portata con i prodotti Semplici e buoni, per gustarli e imparare qualcosa di nuovo sulle intolleranze.
La mia squadra era capitanata da Tiziana Colombo, che conoscete come Nonna Paperina, esperta ed autrice di libri sulle intolleranze, poi con me a cucinare c’erano Elisabetta Origgi del blog Brontolo in pentolaLaura Ghezzi del blog Cucina per passione , Laura Ripamonti del blog Prèt a manger , Simonetta Nepi del blog Glu.Fri,Francesca Riva del blog Creazioni fusion or confusion, Monica Cazzaniga del blog Monica’s Kitchen e Terry Gianotta del blog I pasticci di Terry, a noi è capitato il primo piatto gluten free, gli gnocchi di patate e quinoa serviti su una passata di zucca e serviti con zucca arrostita, semi di zucca e timo.
E’ stato molto bello poter passare una serata in compagnia di tante persone che amano come noi la cucina e anche se abbiamo dovuto cucinare per 60 persone in una vera cucina professionale ce la siamo cavata bene.
Alla fine della serata Paola Castelli, direttrice della Cucina Italiana, il nutrizionista e tecnologo alimentare Dott.Giorgio Donegani, e lo chef Marco Olivieri, hanno scelto la ricetta il vincitrice della gara, purtroppo non la nostra, ma devo ammettere che tutti i piatti erano molto buoni, le squadre hanno fatto tutte un gran lavoro.
Se volete provarli ecco la nostra ricetta #sempliciebuoni #pampanorama
Mia figlia adora la zucca, zucca arrosto, lessata, nella minestra, al forno, come passato e non poteva non amarla anche nei dolci. Ama i dolci poco pasticciati, ma ama pasticciare in cucina, così questa mattina abbiamo deciso di farci un dolcetto per halloween, una cosa semplice ma divertente e abbiamo messo la zucca nel dolce, in tutti i sensi, di gusto e di forma.
Questa torta va fatta in 2 tempi, prima va preparata la torta che sevirà per fare poi l’inserto, poi l’impasto che servirà per contenerlo. E’ un dolce che potreste fare con i vostri bimbi, semplice e divertente e ottimo per la merenda.
Il nostro inserto è stato fatto con un passato di zucca così da avere anche il gusto oltre alla forma, mentre la parte esterna è una semplice 4quarti alla vaniglia, per poterla sformare senza problemi ho usato lo stampo da plumcake di Pavonidea, quello che avete già visto qui e che è comodissimo perchè non attacca nulla e poi lo potete riporre senza ingombro .
Cuocete la polpa di zucca, tagliata a pezzetti, nel micronde per 10 minuti o finchè sarà morbida, poi passtatela al setaccio per ottenere una crema.
Per prima cosa bisogna preparare il dolce che servirà per l'inserto.
Montate il burro morbido con lo zucchero usando delle fruste elettriche, poi aggiungete le uova, la farina, il lievito per dolci e il sale, Per ultimo aggiungete la polpa di zucca tiepida.
Mettetela in uno stampo da plumcake di 20cm x 10cm. o abbastanza largo per poter tagliare la figura desiderata.
Cuocete in forno a 180° per 25 minuti o finchè facendo la prova stecchino ne uscirà asciutto.
Quando il cake sarà cotto fatelo raffreddare, tagliatelo a fette spesse quanto il tagliapasta che userete, da ogni fetta ritagliate una zucca.
Mettete le zucche di dolce ottenute nello stampo da plumcake più grande, ben vicine così da avere un inserto unito.
Preparare il dolce alla vaniglia nello stesso modo di quello alla zucca senza aggiungere, ovviamente , la zucca.
Con un cucchiaio o una sac a poche riempite bene di impasto alla vaniglia tutti gli spazi intorno all'inserto, poi coprite bene e riempite lo stampo.
Cuocete in forno a 180° per 25 minuti o finchè facendo la prova stecchino ne uscirà asciutto.
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Ovviamente potete dare qualsiasi forma voi vogliate all’inserto.
Per fortuna ( o sfortuna, dipende) qui da me l’autunno è arrivato in grande stile, giornate freddine, piovigginose e anche un po’ di nebbia, quindi a casa mia è cominciata la stagione delle zuppe serali. Partiamo con la più classica, la crema di patate, pochissimi ingredienti, mezz’ora di tempo e la cena è pronta. Preparare creme e vellutate è veramente un gioco da ragazzi, un buon brodo di verdura, una verdura base, qualche spezia e poco altro.
Minestre, zuppe, passati e creme la faranno da padroni sulla nostra tavola per cena. Visto che i passati e le creme, diciamocelo, hanno sempre un’aria un po’ triste , io cerco di renderli piacevoli con qualche piccolo accorgimento. La prima cosa è la scelta del piatto, in questo caso ho scelto delle cocottine di Le Creuset, le trovo così carine e poi il rosso rende tutto subito più allegro, poi un cucchiaio di panna leggermente montata, qualche noce e un po’ di erba cipollina, oltre a renderle più gustose, danno un aspetto molto più invitante a questa semplice crema, non trovate?
Taglaite la cipolla a pezzetti, fatela soffriggere nel burro e quando sarà leggermente colorita unite le patate pelate e a pezzi.
Fate insaporire le patate poi aggiungete iul brodo caldo e fate cuocere per 30 minuti o finchè le patate saranno ben cotte.
Frullate con un frullatore ad immersione fino ad ottenere una crema, aggiungete 100 ml di panna liquida, regolate di sale , pepe e noce moscata secondo il vostro gusto.
Montate leggermente la restante panna, tritate qualche gheriglio di noce e tagliate degli steli di erba cipollina a pezzetti, quindi versate la crema nelle cocotte, guarnite con 1 cucchiaio di panna, un po' di noci e l'erba cipollina.
Servite subito.
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E’ una ricetta molto semplice e veloce, che potrete personalizzare secondo i vostri gusti aggiungendo una spezia o un trito di erbe aromatiche.
Questo mese la sfida del Mtchallenge ci porta in Spagna con Mai Esteve del blog Il colore della curcuma, la vincitrice della sfida di settembre, che ci ha proposto come piatto della sfida le tapas. Per chi, come me, pensa che le tapas siano tutte quelle cosine sfiziose che ci portano in Spagna con l’aperitivo sappia che si in parte è vero, ma che ci sono tapas e tapas o meglio, ci sono tapas, pinchos e montadito. Piccole differenze per noi tra uno e l’altro, ma fondamentali per uno spagnolo.
Vi metto la precisa spiegazione di Mai:
1). le Tapas propriamente dette, che sono quelle che si mangiano seduti, in un piattino. Nella nostra gara vanno intese come piccole porzioni di un piatto intero: non qualcosa che nasce come finger food, quindi, ma qualcosa che lo diventa, per necessita’. Un pezzetto di tortilla e’ una tapa, un mestolo di zuppa e’ una tapa, un biscotto salato non lo e’.
2). i Pinchos (da non confondere con i Pintxos baschi) sono finger food che si infilzano con uno stuzzicadenti- di ogni foggia e misura- e si mangiano in piedi, al bancone del bar. Quindi, a differenza delle Tapas, i Pinchos nascono per essere mangiati in un solo boccone, con piena fantasia nella scelta degli ingredienti. L’unico limite e’ la consistenza, visto che lo stuzzicadenti e’ essenziale (altrimenti i baristi non sanno fare i conti, visto che al posto del blocchetto delle ordinazioni ci sono gli stuzzicadenti vuoti)
3). i Montadito sono fettine di pane o panini mignon su cui viene assemblato ogni ben di Dio, a seconda della fantasia di chi li prepara. Essenziale, quindi, e’ il pane.
Anche noi dovevamo preparare i 3 tipi di tapas ma con un filo conduttore e io, guarda caso, ho pensato di scegliere Heidi come fil rouge, cosa c’è di meglio dei formaggi svizzeri come unione tra le 3 portate? ( si forse la cioccolata svizzera, ma non potevamo fare tapas dolci).
Ho pensato come prima cosa al piatto svizzero per eccellenza, la fonduta , in questo caso una fonduta all’Appenzeller :
Grattuggiate il formaggio e mettetelo un un pentolino stretto con 1 cucchiaio di fecola di patate e 1 bicchiere di vino bianco, su fuoco dolce e mescolate sempre per evitare che bruci.
Quando il formaggio sarà ben sciolto regolate di pepe e aggiungete 1/2 bicchierino di Kirsh, fate evaporare l'alcool e servite subito in ciotoline individuali, calda, con cubetti di pane bianco.
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Cone seconda cosa, ovvero il pincho, ho pensato alla raclette, ovvero patate e formaggio raclette fuso.
Lavate bene le patate spazzolandole bene, cuocetele a vapore con la buccia per 20 -25 minuti ( dovrebbero bastare ) , poi tagliatele a metà e scavatele leggermente con uno scovolino o un cucchiaino da caffè.
Salatele all'interno.
Fate fondere il formaggio in un pentolino e riempite le patate con il formaggio fuso, decorate con un pezzetto di prosciutto croccante ( fatelo abbrustolire velocemente in una padella antiaderente) e una cipollina o una fetta di cetriolo.
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Come terza proposta, per i montadito, ho preparato un crostino di pane con chutney di prugne e roselline di formaggio Tete de moine.
In una pentola mettete le cipolle affettate sottilmente, il cucchiaio d'olio e fatele appassire un pochino, poi unite le prugne a pezzetti, lo zucchero, l'aceto di mele, fate evaporare l'aceto, quindi unite il miele, lo zenzero e cuocete finchè le prugne e le cipolle saranno tenere e disfate. Se le prugne fossero troppo asciutte, aggiungete un po' di succo d'arancia o dell'acqua per evitare che il composto caramellizzichiudeteli e rovesciateli. fateli raffreddare, capovolgeteli e aspettate almeno 15 giorni, così i sapori si affineranno.
Dopo 35-40 minuti dovrebbe essere cotto, versatelo in vasetti piccoli sterilizzati,
Montadito
Tostare leggermente il pane scuro, mettere 1 cucchiaino di chutney e 2-3 roselline di tete de moine su ogni fetta. Se non avete la girolle per fare le roselline potete fare delle fettine molto sottili di formaggio usando un pelaverdure.
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Con queste tapas partecipo alla sfida n.60 del Mtchallenge .
Conosco la Valle d’Aosta ma non conoscevo Cogne, quindi ho accettato molto volentieri di partecipare con delle amiche ad un blog tour alla scoperta di questo bellissimo villaggio.
Per 3 giorni siamo state ospiti di Filippo Gérard, proprietario con la sua famiglia dell’Hotel Sant’Orso e dell’Hotel du Grand Paradis da 4 generazioni e presidente dell’associazione albergatori della Valle d’Aosta.
Dire che ci siamo sentite delle regine è dire poco. Siamo state ospiti nell’Hotel Sant’Orso,una meraviglia di hotel con quella calda atmosfera che solo il legno e i camini accesi sanno dare.
La famiglia Gérard è da sempre consapevole dell’impatto ambientale degli alberghi e proprio per questo ha scelto di usare energia idroelettrica prodotta al 100% nella valle, tutta la zona spa viene riscaldata sfruttando i pannelli solari posti sul tetto e dal 2012 le due strutture vengono riscaldate con una centrale termica unica che sfrutta come combustibile il legno e i suoi scarti.
Ogni particolare nell’hotel è studiato per prendersi cura degli ospiti, si comincia con la recepition, dove delle perfette concierge ti accolgono sempre con un sorriso, sempre pronte a esaudire ogni tuo desiderio. Gli ambienti comuni sono molto curati, la sala relax con il suo enorme camino è il posto perfetto per rilassarsi e leggere un libro ( c’è perfino una piccola biblioteca se avete dimenticato il vostro libro) o per fare un gioco da tavolo. Ma se avete bambini piccoli potete portarli nella sala giochi oppure accompagnarli nella sala dove il pomeriggio viene proiettato un film per bambini.
Il Parco nazionale del Gran Paradiso in estate offre la possibilità di fare magnifiche passeggiate, facili anche per chi non è particolarmente allenato. Percorsi ben segnalati di diradano nella valle intorno a Cogne dando l’occasione al turista di scoprire angoli bellissimi come le famose cascate di Lillaz . In inverno invece potrete scegliere tra lo sci da discesa o i 70 e oltre km di piste da fondo.
Ma se avete fatto una delle bellissime passeggiate nel Parco del Gran Paradiso o avete sciato tutto il giorno, cosa c’è di meglio se non rilassarsi nella meravigliosa spa ? C’è di tutto, la piscina con le vetrate che guardano la catena del Gran Paradiso, l’idromassaggio, la sauna , il bagno turco, la grotta di sale , l’angolo con tisane calde e fredde e ovvviamente la possibilità di fare massaggi e trattamenti di bellezza, insomma il sogno di ogni donna. Se poi siete coraggiosi potete fare la sauna nello chalet all’esterno e rilassarvi mella vasca idromassaggio riscaldata all’aperto ammirando le cime innevate tutte intorno a voi.
Ma potevamo noi foodblogger non essere incuriosite dal cibo? L’ hotel offre un servizio impeccabile, la sala da pranzo è calda e accogliente, sui tavoli la sera non mancano mai le candele, il menù è molto curato ed invitante e anche il cliente che scegli la mezza pensione ha la possibilità di scegliere da questa incredibile varietà di piatti.
Se volete un consiglio non perdetevi la Favo, una zuppa tipica di Cogne con fave, fontina , pane nero, pasta, salsiccia, buonissima e per nulla pesante come potrebbe sembrare. Poi per secondo la carbonade, stufato di carne cotta nel vino e spezie, e come dolce la crema di Cogne, crema al cioccolato dalla ricetta segreta o meglio, come ci raccontava Mien, la nostra guida, ogni famiglia ha la sua ricetta, quindi la ricetta originale non la conosce nessuno, ma una cosa da fare quando la mangiate è spezzettarvi dentro delle tegole, i biscottini di Cogne, stupenda !! ( sempre su consiglio di Mien).
Dopo le passeggiate, lo sci, la spa, la cena non vi resta che andare a riposarvi in una delle calde e accoglienti camere dell’hotel con vista sulle montagne.
Se invece avete in mente una serata speciale o volete festeggiare qualcosa in modo particolare all’Hotel du Gran Paradis potete trovare una meraviglosa spa privata dove potrete rilassarvi e godervi momenti unici.
Noi siamo state veramente fortunate e benchè fosse ottobre il tempo è stato splendido e caldo e questo ci ha permesso di fare anche un bellissimo picnic circondati dalle montagne.
La fontina è il formaggio più famoso della Valle d’Aosta e potevamo noi farci mancare una visita ad una fattoria dove producono la fontina e altri formaggi? Certo che no, ma la sorpresa è stata trovare 2 ragazzi giovani, marito e moglie che gestiscono questa azienda. Marta Garin è un ingegnere trasferita a Cogne per amore e ora si dedica con grande passione alla produzione del formaggio, sperimentando anche nuovi abbinementi con erbe e spezie, ma non si ferma qui, prepara anche le marmellate per accompagnare i suoi formaggi e da poco tempo produce anche il miele. E’ stato bellissimo sentirla parlare del suo lavoro, si capiva l’amore e l’entusiasmo che ci metteva. Massimiliano invece si dedica alle mucche e ai tori della fattoria, due persone giovani che hanno rinunciato ad una vita comoda, hanno rinunciato alle vacanze per il loro sogno.
Se passate da Gimillan andate a trovarli all‘azienda Garin, saranno ben contenti di farvi assaggiare i loro formaggi, vedere le loro stalle e le sale di stagionatura dei formaggi.
Se invece avete voglia di mettervi subito in viaggio, il 15 e il 16 ottobre a Cogne c’è una grandissima festa Lo pan ner, tutti i forni a legna della valle ( 50 paesi coinvolti) saranno accesi e si cuoceranno i pani di segale di tutte le famiglie. E’ una tradizione che seguono tutti in valle e che riporta alle vecchie origini quando i forni erano pochi e si cuoceva il pane per tutto l’anno.
Che dire di Cogne ? E’ un posto stupendo che vale la pena di visitare, io sicuramente ci tornerò, ci sono ancora così tante cose che voglio vedere e gustare e la gentilezza della gente del posto non fa altro che aumentare la mia voglia di tornare in questo paradiso ( ora ho capito perchè si chiama Gran Paradiso !! )