Questo mese il libro scelto da Cakes lab è Gelato chez moi di Barbara Torresan e io ho voluto provare una cosa diversa dal solito, un cocktail, precisamente la Piña colada nella versione di Babs.
E’ un cocktail, fresco, estivo, ottimo per un pomeriggio con gli amici, magari a bordo piscina.
Pochi ingredienti che potrete tenere pronti, un frullatore ed ecco fatto.
Mettete tutti gli ingredienti in un frullatore alla massima velocità per qualche minuto.
Versate la crema ottenuta in bicchieri e decorate con scorza di lime e scaglie di cocco.
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Il cocktail mi è piaciuto, molto fresco, quasi più un frappè che un cocktail, ma molto piacevole, unica pecca ho sentito poco il sapore dell’ananas, ma questo dipende forse anche dal gelato che si usa, se ne avete, potreste aggiungere qualche pezzetto di ananas al tutto ( io ne tengo qualche cubetto nel congelatore, per ogni evenienza).
Questo mese come lo scorso anno ci prendiamo un po’ di vacanza e anche il Crazy taste si concederà un po’ di riposo e vi darà tempo di giocare con noi fino a fine agosto, ma come lo scorso anno abbiamo pensato a voi, al caldo, alla voglia di un bel gelato e la ricetta di questi mesi sarà un gelato senza gelatiera, tratto dal libro di Barbara TorresanGelato chez moi, che testeremo per voi in questi mesi.
Abbiamo pensato ad un gelato da fare senza la gelatiera, così tutti potranno provarlo e partecipare con noi al Crazy taste, un gelato semplice con solo 2 ingredienti di base e la vostra fantasia come terzo ingrediente.
Per farlo basteranno una planetaria o delle fruste elettriche.
Io l’ho lasciato fare a Giulia ( mia figlia, ormai la conoscete) e lei ha fatto un gelato veramente particolare che aveva assaggiato a Parma, non scandalizzatevi ma è buono, gelato al dulce de leche e arachidi salate.
Se vi piace il contrasto tra il dolce e il salato dovete provarlo.
Per le cialde al cacao trovate invece la ricetta qui.
Un gelato veloce, semplice, senza gelatiera e molto particolare.
Author: In the mood for pies
Recipe type: gelato
Cuisine: italiana
Porzioni: 1000 g
Ingredienti
400 g di latte condensato
500 g panna
100 g dulce de leche
100 g arachidi salate
Spiegazione
Mettete nella ciotola della planetaria ( o in una ciotola grande se usate le fruste elettriche) la panna, il latte condensato e il dulche de leche, fate partire alla velocità minima, poi aumentate fino alla massima, fino ad ottenere un composto ben montato e spumoso, ma attenti a non esagerare o la panna diventerà burro.
Mettete in un contenitore per freezer e fate raffreddare bene per almeno 3-4 ore nel congelatore.
Subito prima di servire mettete le arachidi e mescolatele delicatamente nel gelato, servite subito, puirtroppo questo gelato tende a sciogliersi molto in fretta.
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Allora cosa ne dite ? Volete provare a fare il vostro gusto preferito ? Vi aspettiamo per il Crazy taste.
Stavo pensando a quale sugo fare per un contest sulla reinterpretazione dei sughi regionali e visto che questa settimana la tappa è nelle Marche e alcune amiche su facebook discutevano della pasta al fumè, se fosse o no un piatto della tradizione marchigiana ecco che ne ho approfittato e ho provato a farne una mia versione.
Alla fine la decisione è stata per un si, lo è, quindi il mio piatto per le Marche sarà la pasta al sugo fumè, molto anni ’80 forse, ma molto gustosa.
Solo 3 ingredienti, quindi mi raccomando servirà un’ottima pancetta affumicata e della passata di pomodoro eccellente oltre ad un’eccellente pasta .
Tritate la pancetta e fatela rosolare in una grande padella in poco olio finchè sarà dorata ma non abbrustolita, aggiungete ora la passata di pomodoro e fate cuocere a fuoco basso per 30 minuti.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata.
Quando il sugo si sarà addensato, aggiungete 3-4 cucchiai di panna a vostro gusto , regolate di sale e pepe ora, visto che la pancetta essendo già saporita cuocendo avrà rilasciato il suo sale.
Per rinforzare il sapore affumicato, ho aggiunto 1 pizzico di paprika affumicata.
Scolate la pasta e versatela nella padella del sugo, fate saltare 1 minuto la pasta delicatamente e servite calda con una bella spolverata di parmigiano reggiano.
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A volte le mode ci fanno abbandonare delle ricette che sono gustosissime. Questa ricetta, per il solo fatto di contenere la panna e il sugo è stata un po’ abbandonata a favore di ricette più light , ma ogni tanto tornare alle tradizioni fa bene al cuore e al gusto.
Finalmente è arrivato il caldo, qui da noi è arrivato puntuale con il 21 giugno, l’inizio dell’estate .
Quale scusa migliore per cominciare a mangiare gelati ? Io, quando fa molto caldo, preferisco un buon gelato invece del pranzo o della cena e mi piace averne sempre una scorta in freezer.
Devo essere sincera la mia gelatiera, che ormai ha più di 20 anni, funziona ancora benissimo ed è stato uno degli investimenti migliori che abbia mai fatto.
Stavo provando alcune ricette di gelati e ho pensato di provare a usare i miei nuovi stampi per gelato con stecco, quindi ho modificato una ricetta secondo il mio gusto e oggi vi presento un delizioso gelato alla nocciola pralinato, reso veramente bello dagli stampi per gelati Pavonidea della serie Pavogel.
Questi stampi sono stupendi per i gelati, avrete gelati perfetti per stupire i vostri amici, ma possono essere usati anche in forno per cuocere dei simpatici dolci sullo stecco.
Scaldate 100 g di latte con lo zucchero per farlo sciogliere.
In un frullatore o in un bicchiere per frullatore ad immersione mettere il latte con lo zucchero,il latte condensato, la panna e la pasta di nocciole, frullate bene per amalgamare tutti gli ingredienti. Mettete nella gelatiera ed mantecate per 20-25 minuti.
Quando il gelato è pronto riempite per metà gli stampi Pavoni per gelati, posizionate lo stecco di legno, riempite lo stampo con il resto del gelato e mettete in freezer per almeno 3 ore.
Preparate la copertura facendo fondere il cioccolato fondente e amalgamando poi l'olio di semi fino ad avere un composto uniforme e liscio.
Togliete i gelati dallo stampo , intingeteli per metà nel cioccolato ( ma se volete anche tutto) e mettete subito la granella di nocciole, prima che la copertura solidifichi.
Appoggiateli su carta forno e rimetteteli in freezer fino al momento di mangiarli.
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Togliete delicatamente i gelati dallo stampo
Intingeteli nella copertura calda
Poi velocemente nelle nocciole tritate ( se aspettate il cioccolato si solidificherà e le nocciole non si attaccheranno)
Dopo aver fatto i gelati e averli passati nel cioccolato e nelle nocciole tostate vi consiglio di avvolgerli un carta forno, così rimarranno ben staccati nel vostro freezer e sempre pronti per una golosa pausa.
Potete usare questo gelato come base e sostituire la pasta di nocciole con quella di pistacchi, della crema al cioccolato, del dulce de leche, burro d’arachidi o quello che vi suggerisce la vostra fantasia.
Che ci sia rivalità tra blogger è risaputo, ma come in ogni altro lavoro, ma fortunatamente ci sono anche blogger simpatiche con cui è un vero piacere passare la serata. Un’occasione è arrivat proprio questa settimana da Olio Monini e la Scuola di cucina di Sale & pepe a Milano.
La Olio Monini, ditta che produce olio d’oliva fin dal 1930, ha pensato che per presentare la sua nuova bottiglia di olio extravergine Premi e spremi cosa sarebbe stato meglio se non mettere in cucina 12 foodblogger?
12 versioni diverse dello stesso piatto, 12 modi di pensare a un piatto veloce, da poter portare al lavoro o ad un picnic, insomma la versione moderna della schiscetta.
Cosa ha diparticolare questa bottiglia? Tutto ! E’ una bottiglia da 450 ml,leggera, in materiale plastico ( pet riciclabile), facilmente trasportabile senza il rischio di rotture, ma la sua particolarità maggiore è il tappo dosatore che eroga l’olio extravergine d’oliva solo se la bottiglia viene premuta, senza sprechi e con la facilità di dosare solo l’olio che vogliamo.
Ottima sia fuori casa che a casa per poter mettere solo quel goccio d’olio che serve.
Io per la serata ho preparato una versione fredda dell’insatata di orzo con pollo marinato, verdure e pecorino.
Insalata fredda di orzo, pollo, pecorino , verdure e melone
In una ciotola mettete l'orzo cotto, poi fate della julienne con la carota e la zucchina e unitela all'orzo.
Fate delle fette sottili tipo carpaccio con il pecorino per ricavarne almeno 8 fette, tagliate il resto del formaggio a cubetti piccoli.
Fate la stessa cosa con il melone, fate delle fette sottili e poi dei cubetti con quello rimasto.
Mettete il petto di pollo a marinare con olio, succo di limoe o lime, qualche foglia di menta e lasciatelo riposare per almeno 1 ora ( ma potete prepararlo anche con più anticipo).
Cuocete poi il pollo a striscioline in una padella calda, quando sarà ben dorato aggiungete 1- 2 cucchiai di salsa worcester. Finite di cuocere e mettete in un foglio di aluminio a riposare .
Intanto preparate la vinegrette per condire: tritate la menta, mettetela in una ciotolina con sale, pepe, succo di limone o lime, 1 cucchiaio di senape al miele e cominciate ad emulsionare con una frusta aggiungendo poco per volta l'olio necessario per avere una bella salsina densa.
Tagliate il pollo a cubetti e mettetelo nell'insalatiera,con l'orzo, mescolate tutto, aggiungete il pecorino, il melone e condite con la vinegrette.
Io ho preparato delle mono porzioni mettendo in un cerchio una fetta di pecorino, una di melone, 2-3 cucchiai di insalata, poi ancora pecorino, melone e insalata d'orzo. Servite freddo con un giro d'olio prima di servire.
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Un piacevole piatto estivo, perfetto per una serata tra amici o un picnic .
La vincitrice della sfida dello scorso mese, Antonietta, del blog La trappola golosa, ha pensato a una sfida che credo abbia messo tutti d’accordo. Di solito leggo di persone che non mangiano la carne, il pesce, le verdure, i dolci, insomma c’è sempre qualcuno che rimane un pochino scontento dalla scelta della ricetta, ma sulla pizza nessuno ha nulla da ridire! Questo mese la sfida per l’ MTchallenge è la pizza ! Obbligo della stessa base e della stessa lavorazione per tutti, solo la farcitura a scelta.
Io ho avuto pochissima fantasia, ma questa è la pizza che mi piace di più ( mi piacciono tutte le pizze veramente ) e volevo condividerla con voi.
Per la mia pizza la farcitura era mozzarella di bufala, salamino piccante , peperone e ricottina.
Dal blog di Antonietta prendo tutta la spiegazione di come impastare a mano la pasta base.
450 g di farina mista di Kamut, enkir, segale e farro
250 ml di acqua ( ma tenetene qualche cucchiaio in più per necessità)
12 g di sale
1 g di lievito di birra
Per la farcitura :
1 mozzarella di bufala grande, tagliata a pezzetti piccoli e messa a sgocciolare in un colino per 3-4 ore
1 scatola di pelati
salamino piccante a fettine
100 g ricotta fresca
1 peperone rosso
sale, origano
Spiegazione
Misurare l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità in due tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il lievito di birra.
Versare il contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e iniziare ad aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata a parte, incorporandola man mano all’acqua, poi finita la farina aggiungere il sale sciolto in acqua, continuare ad amalgamare fino a raggiungere il “punto di pasta”. Il disciplinare dice che questa fase deve durare 10 minuti, a me è durata circa ⅚ minuti.
Ribaltare sul piano da lavoro e lavorare 20 minuti. Non sottovalutare questo tempo: è estremamente necessario per ottenere un impasto non appiccicoso, morbido ed elastico e una pizza soffice e asciutta.
Piegare e schiacciare ripetutamente, poi all’avvicinarsi dei 20 minuti l’impasto diventerà morbido e sempre più cedevole e infine avrà un aspetto setoso.
A questo punto riporlo in una ciotola di vetro o porcellana, coprire con pellicola e lasciar lievitare per 2 ore.
Procedere alla staglio a mano. Il disciplinare consiglia di ottenere dei panetti da un peso compreso tra i 180 e 250 g che corrispondono a tre/quattro panetti; dovendo usare un forno casalingo vi consiglio di ottenerne quattro.
Riporli su un telo non infarinato, perché essendo un impasto ben incordato, non si attaccherà durante la lievitazione, e lasciar quindi lievitare per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C (come previsto dal disciplinare).
Riscaldare il forno alla massima temperatura insieme alla teglia che servirà per la cottura o la pietra come nel mio caso, senza mai aprire lo sportello. Una volta che i panetti sono lievitati stenderne uno alla volta su un ripiano, stavolta va bene anche il legno, spolverato con farina di semola, senza usare il mattarello ma allargandolo con le mani, dal centro verso il bordo e poi, come fanno i pizzaioli veri, facendolo debordare roteandolo, in modo che avvenga un’estensione più delicata.
Farcite la pizza con i pelati schiaccciati con le mani, secondo la regola, mettete i pezzetti di mozzarella, le fettine di salamino piccante, qualche fiocchetto di ricotta e le fettine di peperone per ultime, ora togliete la teglia calda dal forno e metteci su la pizza o, con l'aiuto della pala, appoggiatela sulla pietra calda.
Fate cuocere 3-4 minuti finchè la mozzarella sarà sciolta e il cornicione ben colorito.
Servite subito.
C’è un secondo modo di cottura, forse migliore rispetto al primo, perché produce immediatamente il classico cornicione alto tipico della pizza napoletana.
Scaldare il forno come per l’altro procedimento e scaldare contemporaneamente una padella di pietra o ghisa o comunque dal fondo spesso sul fornello della cucina, fino a vederla “fumare”. Trasferirci il disco di pizza senza condire e lasciar cuocere per 2 minuti. Nel frattempo estrarre lo stampo dal forno, trasferirci la pizza, condirla velocemente e lasciar cuocere in forno, nella parte più alta per ⅘ minuti e comunque finchè non risulti bella dorata.
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Noi amiamo la pizza bassa, molto bassa e l’elasticità di questa pasta permette di stenderla così sottile anche senza usare il mattarello, ma per questa sfida l’ho lasciata un po’ più alta come impone la tradizione partenopea.
E comunque alta o bassa è sparita in un momento !
Con questa ricetta partecipo alla sfida n.58 del MTchallenge
Oggi avrei dovuto pubblicare la seconda ricetta per Cakes lab scelta dal libro Dolci naturali di Amber Rose, la pavlova di frutti di bosco a strati, dico avrei dovuto perchè ho fatto la ricetta seguendo le indicazioni del libro ed è stato un disastro, dosi sbagliatissime, troppo poco zucchero, troppi albumi per fare solo 3 dischi, temperature troppo elevate, insomma questa ricetta non merita neppure di essere mostrata,quindi cancellate le ricette delle meringhe da questo libro, purtroppo l’autrice in questo settore ha sbagliato proprio.
Però ormai avevo voglia di meringhe e frutti di bosco, quindi vi do la mia ricetta per la meringue cake cotta in un modo molto alternativo, nell’essicatore.Di solito l’essicatore si usa per disidratare frutta e verdura, questa volta invece ci faccio un dolce. Questa scoperta la devo a Francesca, stupenda cuoca della Taverna dei Fieschi di Torriglia, è da lei che ho scoperto questo trucco e le meringhe vengono stupende.
Montate i bianchi con una frusta elettrica, aggiugete poco per volta metà degli zuccheri sempre mentre montate i bianchi d'uovo.
Quando saranno ben montati aggiugete l'aceto, la vaniglia e l'amido.
Fermate la frusta elettrica e a mano aggiungete il resto dello zucchero con una spatola.
Su della carta forno disegnate 3 dischi, uno da 24, uno da 18 e uno da 10 cm, dividete il composto di meringa sui 3 dischi e mettete nell'essicatore a 60° per 4 ore, poi controllate e se la superficie è ben asciutta, girate con delicatezza i dischi, togliete la carta forno e cuocete ancora per 1 ora.
Se invece li mettete in forno tenete il forno a 110° con una fessura nello sportello ( mettete un turacciolo o una pallina di carta stagnola per tenere aperto lo sportello) e cuocete per 1- 2 ore.
Quando i dischi saranno pronti fateli raffreddare per 1 ora poi decorateli con la panna montata e i frutti di bosco su ogni strato .
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Le meringhe non vanno cotte ma vanno fatte asciugare, quindi o le mettete in forno ad una temperatura bassissima o come me sfruttate l’essicatore e fate delle meringhe perfette, bianchissime e asciutte.
Una semplice meringa vi può anche risolvere il problema dolce in modo molto elegante, i dischi di meringa possono essere conservati più giorni in una scatola di latta ben chiusa e farciti con panna e frutta al momento opportuno.
Potete anche addolcire i frutti di bosco con una spolverata di zucchero a velo, ma non troppo, come fa mia figlia.
Siamo in periodo di europei di calcio, avete mai ricevuto una telefonata da vostro marito che vi informa che per la partita serale ha invitato qualche amico ? A me succede spesso e se non è mio marito è mio figlio a farlo, quindi mi sto specializzando in ricette veloci e gustose di finger food, cibo da poter mangiare in un boccone guardando la partita.
Questa volta ho pensato a dei mini muffin con feta, prosciutto e piselli, un muffin salato, gustoso, ideale anche con l’aperitivo e quale occasione migliore per inaugurare il mio nuovo stampo Le Creuset per mini muffin?
Le Creuset è un’azienda di fama mondiale, molto conosciuta per le sue pentole in ghisa e ceramica, ma che propone anche una vasta gamma di prodotti per pasticceria ed accessori per cucinare.
Gli stampi Le Creuset sono in acciaio in carbonio di alta qualità, non si deforma e ha un rivestimento anti aderente (senza PFOA) che lo rende durevole nel tempo e pratico perché permette agli alimenti di non attaccarsi.
2 cucchiai di formaggio parmigiano gratuggiato ( circa 15 g)
½ bustina di lievito ( 8 g)
sale, pepe
50 g prosciutto cotto tagliato a dadini
50 g formaggio feta a dadini
70 g piselli cotti
Per finire:
10 pomodorini datterino ( facoltativi)
Spiegazione
In una larga ciotola mescolate con una frusta o una forchetta le uova, aggiungete il latte, l'olio, il parmigiano, la farina, sale, pepe e il lievito.
Con una spatola aggiungete il prosciutto, il feta e i piselli.
Versate il composto nello stampo per mini muffin riempiendo ogni spazio fino a ½ cm dal bordo.
Tagliate a metà i pomodorini e mettete una metà su ogni muffin.
Cuocete in forno caldo a 175° per 20-25.
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Questa ricetta potete modificarla a seconda di cosa avete in frigo o delle vostre preferenze. Potete usare del prosciutto crudo o della mortadella al posto del prosciutto cotto, della mozzarella, dell’emmental o della fontina invece del feta e scegliere una verdura a piacer per sostituire i piselli. Insomma una ricetta molto versatile.
Potete anche surgelarli da cotti e passarli in forno caldo per pochissimi minuti quando ne avrete bisogno.
Siamo alla terza tappa del giro d’Italia con i primi preparati per il gioco della pasta ( le prime due tappe le potete trovare qui e qui ), questa volta tocca al Molise.
Devo essere sincera , delle tradizioni culinarie del Molise ne so veramente poco, per non dire nulla, allora ho cercato di informarmi e la scelta era tra il sugo alla molisana, con 3 tipi di carne e i pomodori e la pasta con la mollica. Visto che ormai siamo a giugno, il sugo alla molisana, molto goloso ma molto ricco , lo vedevo un po’ troppo invernale, quindi ho optato per la mollica.
E’ un piatto della tradizione povera, quando con poche cose ( il pane avanzato) si facevano piatti meravigliosi.
Ho scoperto che in Molise è un piatto del periodo natalizio, ma a me sembra adatto tutto l’anno.
Ho fatto una piccola aggiunta di peperoncino perchè trovo che ci stia bene, ma non sono sicura sia nella ricetta originale.
Una sugo della tradizione con una pasta diversa, un primo veloce e gustoso.
Author: In the mood for pies
Recipe type: Primo
Cuisine: Italiana
Porzioni: 4
Ingredienti
Per 4 persone :
320 g maccheroni
4 cucchiai di olio Extravergine
1 spicchio d'aglio
una ,amnciata abbondante di mollica di pane raffermo grattuggiata grossa
peperoncino ( a piacere)
prezzemolo tritato per guarnire
Spiegazione
Mentre cuocete la pasta in abbondante acqua salata, mettete sul fuoco una padella larga, con l'olio, fatelo scaldare bene poi versateci dento lo spicchio d'aglio, fatelo rosolare per bene, poi toglietelo, aggiungete la mollica, mescola così da farla insaporire poi lasciatela abbrustolire un pochino senza farla bruciare. Se vi piace aggiungete del peperoncino o del pepe di cayenna.
Scolate la pasta al dente e buttatela nella padella con la mollica, fatela saltare 2 minuti così che la mollica ben si amalgami con la pasta, spolverate con del prezzemolo tritato e servite subito.
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Un piatto facile , veloce e che può essere la degna alternativa all’aglio, olio e peperoncino per le spaghettate tra amici o meglio le maccheronate, visto che in questa tappa abbiano usato i maccheroni di pasta di semola trafilata al bronzo.
Ho conosciuto questi taralli qualche anno fa, quando una signora ne regalò un po’ a mio marito e purtroppo per me per me sono una vera tentazione, se ne ho in casa non riesco a non mangiarli, a tutte le ore, fino a che non li finisco tutti. Sono friabili, pepati quel tanto che basta per stuzzicare la gola.
Fino ad ora mi ero salvata perchè non avevo una buona ricetta e la signora ce li portava 2 – 3 volte all’anno.
Oggi invece per colpa di Romina di Muzzarella ai fornelli avrò libero accesso ai taralli sugna e pepe ogni giorno dell’anno. Ho fatto la sua ricetta e mi sono piaciuti veramente tanto, friabili, pepati al punto giusto, accompagnati ad una birra fresca o a un calice di vino sono perfetti per un aperitivo.
Friabili taralli con strutto e pepe della tradizione siciliana
Author: Romina Troncone
Recipe type: Troncone
Cuisine: Snack per aperitivo
Porzioni: 10
Ingredienti
Per 10 taralli:
500 g farina 00
200 g strutto
180 ml acqua tiepida
8 g di lievito di birra
100 g mandorle con la buccia + n. 30 per decorazione
1 cucchiaino di miele
15 g sale
1 cucchiaino abbondante di pepe nero macinato .
Spiegazione
Impastate 100 g di farina con il lievito sciolto in 80 ml di acqua con un pizzico di zucchero. Lasciare a riposo coperto da un foglio di pellicola per circa 1 ora.
Cuocere in forno preriscaldato a 200° le mandorle su una teglia foderata di carta forno, per per circa 5 minuti, quando le mandorle si saranno raffreddate, tritarle finemente.
Aggiungere al lievitino la restante farina, l'acqua e dopo anche lo strutto,le mandorle tritate, il sale e il miele. Non impastate troppo.
Date forma ai taralli creando con due pezzi da 50 g ciascuno dall'impasto e arrotolarli per circa 20 cm. Intrecciarli e chiuderli unendo i due lembi. Su ogni tarallo mettere 3 mandorle precedentemente bagnate.
Sistemate i taralli distanziati su una teglia coperta da carta forno e lasciare lievitare per circa 2 ore.
Cuoceteli in forno preriscaldato a 180° per circa 50 minuti.
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Veloci da fare e non particolarmente difficili consiglio a tutti di provarli.
Grazie ancora a Romina, anche se in effetti non so se dovrei ringraziarla.