Chi conosce Jamie Oliver, conosce Gennaro Contaldo.
Gennaro Contaldo è stato il suo mentore, uno dei primi cuochi che ha formato Jamie e che l’ha avvicinato alla cucina italiana.
Ancora oggi cucinano insieme e sembrano veramente due vecchi amici che amano cucinare per piacere.
Questa focaccia potrebbe far inorridire chi pensa che le focacce devono essere fatte con 24 ore di lievitazione, con farine macinate a pietra e solo da presidi slowfood.
Io penso che una buona focaccia possa anche essere fatta in una mattina, con la farina del supermercato e se per questo sarò criticata , pazienza.
In una ciotola o in una planetaria impastate la farina, con l'acqua, il lievito, lo zucchero, l'olio, per ultimo aggoiungete il sale e continuate ad impastare fino ad ottenere una pasta morbida ma elastica. Se usate una planetaria impastate fino a quando l'impasto si attaccherà al gancio, ci vorranno circa 10 minuti .
Coprite e fate lievitae per 40 minuti circa il un luogo tiepido.
Dopo la prima lievitazione stendete la pasta su tagliere infarinato e allargatela delicatamente con le mani, prendendola da sotto.
Spolverate bene una teglia con il semolino, appoggiate la pasta nella teglia e con la punta delle dita, sistematela bene .
Coprite e fate lievitare ancora per 45 minuti, intanto accendete il forno a 200°.
Quando sarà lievitata fate dei buchi con la punta delle dita ( ungetevi bene le mani), mescolate acqua, olio e spargetelo sulla focaccia, cospargete il sale grosso e infornate per 20 minuti circa.
Servite tiepida o fredda.
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A noi questa focaccia è piaciuta molto, tanto che la facciamo spesso , anche da usare al posto del pane quotidiano.
Un trucco che ho imparato da Gennaro è quello di usare il semolino( quello per fare i gnocchi alla romana) per spolverare abbondantemente la teglia di cottura della focaccia invece di ungerla.
Il fondo rimarrà bello croccante e non unto.
Allo stesso impasto potete aggiungere olive o pomodorini per variare il gusto .
Amo il pane ! Lo amo in tutte le sue forme e i suoi sapori. Amo le pagnotte, le michette, le baguette, i caravanini, i biove, le mantovane e, se fatto bene, anche il pane in cassetta, inteso come un pane molto compatto, morbido, perfetto per i panini imbottiti, per la colazione o per essere tostato.
Ho provato tante ricette ma questa devo dire che è stupenda, buona, da un pane morbido e bello soffice, perfetto per tutti i giorni.
E’ una ricetta studiata per essere fatta con il Bimby ma si può adattare ad una planetaria senza grandi problemi.
Mettete nel boccale del bimby l'acqua, il lievito e lo zucchero e fate andare per 2 minuti a 37° vel 1.
Aggiungete l'olio, la farina, il sale e impastate per 6 minuti a spiga.
Se volete aggiungere dei semi all'impasto uniteli 1 minuto prima della fine dell'impasto.
Ungete una ciotola e mettete l'impasto a lievitare coprendolo con un sacchetto di plastica.
Fate lievitare per 90 minuti circa. NON lavate il boccale.
Quando l'impasto sarà lievitato rimettetelo nel boccale e impastate 30 secondi a spiga.
Rovesciatelo su un piano e impastate dandogli una forma allungata, ungete uno stampo da plum cake di almeno 25x 11 x 9 cm , mettete l'impasto, spennellatelo con acqua e mettete i semi di sesamo.
Coprite ancora e fate lievitare fino a quando l'impasto non raggiungerà il bordo ( circa 2-2 1/2 ore).
Accendete il forno a 200°, infornate per 20-25 minuti, poi togliete il pane dallo stampo e portate a fine cottura, per altri 5-7 minuti, così il pane verrà ben dorato anche sotto.
Fate raffreddare su una griglia.
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Io ho messo solo dei semi di sesamo sulla superficie ma potete inserire dei semi anche nell’impasto alla fine degli ingredienti .
Si conserva bene qualche giorno, ma potete anche farlo a fette e surgelarle separate, così da scongelare solo quello che vi serve.
In questi giorni sono alle prese con i panettoni per Natale.
Anche se ogni anno mi riprometto di non farne più e di comperarli già fatti , tutti gli anni ci ricasco. Mi piace troppo la sfida tra me e l’incordatura perfetta, tra i tuorli da inserire poco per volta e i quintali di albumi avanzati da usare in qualche modo. Ma oltre agli albumi c’è anche tanta pasta madre che avanza. I rinfreschi per renderla bella forte e in perfetta forma per dare la giusta spinta ai panettoni sono tanti e non mi va di buttare l’eccesso, quindi devo inventarmi qualcosa. Pane , focacce, piadine e oggi grissini.
Sono grissini semplici, richiedono poco lavoro e tanta pazienza( per la lievitazione) però il risultato merita.
Quindi se come me avete della pasta madre questo potrebbe essere un suggerimento per usare il vostro esubero.
Dividete la pasta madre, scioglietela nell' acqua tiepida con il malto.
Aggiungete la farina, il sale e l'olio, mescolando bene fino ad ottenere un impasto liscio e non troppo duro. ( se avete una planetaria basteranno 5 minuti di impasto)
Ungete leggermente una teglia o un contenitore rettangolare , mettete la pasta a cui avrete dato una forma rettangolare con il lato più corto di circa 15 cm ( io ho usato una teglia 20 x 30 ) .
Coprite con della pellicola unta e fate lievitare fino al raddoppio.
Quando sarà pronta giratela delicatamente su un piano unto, tagliate delle strisce di circa 1,5 cm di larghezza, poi delicatamente allungate i pezzi fino ad avere la lunghezza desiderata. Più saranno lunghi più saranno secchi.
Metteteli su una teglia con carta forno, spennellateli con olio e cospargeteli di sale grosso, infornate a 200° per 15 minuti , ma teneteli d'occhio, il tempo di cottura dipende dalla loro larghezza.
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Potete anche aggiungere qualche spezia e qualche semino all’impasto per avere sempre gusti differenti.
Per noi oggi normali, domani invece con semi di finocchio.
Sapete benissimo che io adoro i lievitati, impastare mi rende felice, vedere un impasto che lievita mi da una grande soddisfazione, per non parlare poi del profumo che invade la casa quando cuoce, se poi cucino una focaccia la mia gioia è completa.
Ho visto la ricetta di questa focaccia sul blog di Monica e Luca, Fotocibiamo, dove già solo guardare le foto appaga i sensi, ma sapendo che poi le ricette vengono come si vedono ti porta a provarle subito.
Loro sono liguri, quindi sulla focaccia nulla da dire, non è la classica focaccia genovese ma la ricetta della nonna di Monica fatta con le patate, una bella focaccia alta, soffice, che non riesci a smettere di mangiare.
Con questa dose ne vengono 3 ma vi assicuro, vale la pena di farle tutte e tre.
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Focaccia genovese con patate
Una focaccia soffice e gustosa, ottima come accompagnamento per salumi e formaggi.
Lessate le patate con la buccia, quando saranno ben cotte passatele allo schiacciapatate con la buccia, rimarrà nello schiacciapatete e sarà facilissimo toglierle senza scottarsi le mani.
Mettete le patate passate in una ciotola e fatele intiepidire, intanto preparate il lievito se usate quello fresco mettendolo in poca acqua tiepida con lo zucchero e 1 cucchiaio di farina e fatelo riposare per una decina di minuti.
Mettete nella ciotola della planetaria la farina, la purea di patate, il composto del lievito o, se usate quello secco, il lievito secco e lo zucchero.
Iniziate a impastare con il gancio e aggiungete l'acqua poco per volta.
La quantità di acqua dipende dalla vostra farina, dal tempo e dalle patate, quindi mettetela poco per volta fino ad ottenere un impasto morbido ma non liquido.
Per ultimo, quando l'impasto sarà incordato aggiungete il sale e l'olio, sempre poco per volta per non perdere l'incordatura.( quando l'impasto si arrotola sul gancio è incordato).
Rovesciate l'impasto sulla spianatoia, dategli la forma di una palla e mettetelo a lievitare a 28° finchè non sarà raddoppiato di volume. Per me di solito basta 1 ora e 30 se lo metto nel forno spento con solo la lucina accesa.
Una volta raddoppiato dividetelo in 3 parti uguali e mettetelo negli stampi da 26 cm già unti , fate riposare qualche minuto, poi stendetelo con le mani delicatamente, copritele con della pellicola e fatele lievitare ancora fino al raddoppio, 1 ora circa.
Scaldate il forno ventilato a 220°.
Quando le focacce saranno lievitate fate di buchi con la punta delle dita ben oliate, e cospargete di oilo ( non la salamoia classica) , infornate per 25-30 minuti o fino ad avere una superficie ben dorata.
Lasciate intiedipire e buon appetito.
La vincitrice della sfida dello scorso mese, Antonietta, del blog La trappola golosa, ha pensato a una sfida che credo abbia messo tutti d’accordo. Di solito leggo di persone che non mangiano la carne, il pesce, le verdure, i dolci, insomma c’è sempre qualcuno che rimane un pochino scontento dalla scelta della ricetta, ma sulla pizza nessuno ha nulla da ridire! Questo mese la sfida per l’ MTchallenge è la pizza ! Obbligo della stessa base e della stessa lavorazione per tutti, solo la farcitura a scelta.
Io ho avuto pochissima fantasia, ma questa è la pizza che mi piace di più ( mi piacciono tutte le pizze veramente ) e volevo condividerla con voi.
Per la mia pizza la farcitura era mozzarella di bufala, salamino piccante , peperone e ricottina.
Dal blog di Antonietta prendo tutta la spiegazione di come impastare a mano la pasta base.
450 g di farina mista di Kamut, enkir, segale e farro
250 ml di acqua ( ma tenetene qualche cucchiaio in più per necessità)
12 g di sale
1 g di lievito di birra
Per la farcitura :
1 mozzarella di bufala grande, tagliata a pezzetti piccoli e messa a sgocciolare in un colino per 3-4 ore
1 scatola di pelati
salamino piccante a fettine
100 g ricotta fresca
1 peperone rosso
sale, origano
Spiegazione
Misurare l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità in due tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il lievito di birra.
Versare il contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e iniziare ad aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata a parte, incorporandola man mano all’acqua, poi finita la farina aggiungere il sale sciolto in acqua, continuare ad amalgamare fino a raggiungere il “punto di pasta”. Il disciplinare dice che questa fase deve durare 10 minuti, a me è durata circa ⅚ minuti.
Ribaltare sul piano da lavoro e lavorare 20 minuti. Non sottovalutare questo tempo: è estremamente necessario per ottenere un impasto non appiccicoso, morbido ed elastico e una pizza soffice e asciutta.
Piegare e schiacciare ripetutamente, poi all’avvicinarsi dei 20 minuti l’impasto diventerà morbido e sempre più cedevole e infine avrà un aspetto setoso.
A questo punto riporlo in una ciotola di vetro o porcellana, coprire con pellicola e lasciar lievitare per 2 ore.
Procedere alla staglio a mano. Il disciplinare consiglia di ottenere dei panetti da un peso compreso tra i 180 e 250 g che corrispondono a tre/quattro panetti; dovendo usare un forno casalingo vi consiglio di ottenerne quattro.
Riporli su un telo non infarinato, perché essendo un impasto ben incordato, non si attaccherà durante la lievitazione, e lasciar quindi lievitare per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C (come previsto dal disciplinare).
Riscaldare il forno alla massima temperatura insieme alla teglia che servirà per la cottura o la pietra come nel mio caso, senza mai aprire lo sportello. Una volta che i panetti sono lievitati stenderne uno alla volta su un ripiano, stavolta va bene anche il legno, spolverato con farina di semola, senza usare il mattarello ma allargandolo con le mani, dal centro verso il bordo e poi, come fanno i pizzaioli veri, facendolo debordare roteandolo, in modo che avvenga un’estensione più delicata.
Farcite la pizza con i pelati schiaccciati con le mani, secondo la regola, mettete i pezzetti di mozzarella, le fettine di salamino piccante, qualche fiocchetto di ricotta e le fettine di peperone per ultime, ora togliete la teglia calda dal forno e metteci su la pizza o, con l'aiuto della pala, appoggiatela sulla pietra calda.
Fate cuocere 3-4 minuti finchè la mozzarella sarà sciolta e il cornicione ben colorito.
Servite subito.
C’è un secondo modo di cottura, forse migliore rispetto al primo, perché produce immediatamente il classico cornicione alto tipico della pizza napoletana.
Scaldare il forno come per l’altro procedimento e scaldare contemporaneamente una padella di pietra o ghisa o comunque dal fondo spesso sul fornello della cucina, fino a vederla “fumare”. Trasferirci il disco di pizza senza condire e lasciar cuocere per 2 minuti. Nel frattempo estrarre lo stampo dal forno, trasferirci la pizza, condirla velocemente e lasciar cuocere in forno, nella parte più alta per ⅘ minuti e comunque finchè non risulti bella dorata.
3.5.3208
Noi amiamo la pizza bassa, molto bassa e l’elasticità di questa pasta permette di stenderla così sottile anche senza usare il mattarello, ma per questa sfida l’ho lasciata un po’ più alta come impone la tradizione partenopea.
E comunque alta o bassa è sparita in un momento !
Con questa ricetta partecipo alla sfida n.58 del MTchallenge
Siamo in periodo di europei di calcio, avete mai ricevuto una telefonata da vostro marito che vi informa che per la partita serale ha invitato qualche amico ? A me succede spesso e se non è mio marito è mio figlio a farlo, quindi mi sto specializzando in ricette veloci e gustose di finger food, cibo da poter mangiare in un boccone guardando la partita.
Questa volta ho pensato a dei mini muffin con feta, prosciutto e piselli, un muffin salato, gustoso, ideale anche con l’aperitivo e quale occasione migliore per inaugurare il mio nuovo stampo Le Creuset per mini muffin?
Le Creuset è un’azienda di fama mondiale, molto conosciuta per le sue pentole in ghisa e ceramica, ma che propone anche una vasta gamma di prodotti per pasticceria ed accessori per cucinare.
Gli stampi Le Creuset sono in acciaio in carbonio di alta qualità, non si deforma e ha un rivestimento anti aderente (senza PFOA) che lo rende durevole nel tempo e pratico perché permette agli alimenti di non attaccarsi.
2 cucchiai di formaggio parmigiano gratuggiato ( circa 15 g)
½ bustina di lievito ( 8 g)
sale, pepe
50 g prosciutto cotto tagliato a dadini
50 g formaggio feta a dadini
70 g piselli cotti
Per finire:
10 pomodorini datterino ( facoltativi)
Spiegazione
In una larga ciotola mescolate con una frusta o una forchetta le uova, aggiungete il latte, l'olio, il parmigiano, la farina, sale, pepe e il lievito.
Con una spatola aggiungete il prosciutto, il feta e i piselli.
Versate il composto nello stampo per mini muffin riempiendo ogni spazio fino a ½ cm dal bordo.
Tagliate a metà i pomodorini e mettete una metà su ogni muffin.
Cuocete in forno caldo a 175° per 20-25.
3.5.3208
Questa ricetta potete modificarla a seconda di cosa avete in frigo o delle vostre preferenze. Potete usare del prosciutto crudo o della mortadella al posto del prosciutto cotto, della mozzarella, dell’emmental o della fontina invece del feta e scegliere una verdura a piacer per sostituire i piselli. Insomma una ricetta molto versatile.
Potete anche surgelarli da cotti e passarli in forno caldo per pochissimi minuti quando ne avrete bisogno.
Ho conosciuto questi taralli qualche anno fa, quando una signora ne regalò un po’ a mio marito e purtroppo per me per me sono una vera tentazione, se ne ho in casa non riesco a non mangiarli, a tutte le ore, fino a che non li finisco tutti. Sono friabili, pepati quel tanto che basta per stuzzicare la gola.
Fino ad ora mi ero salvata perchè non avevo una buona ricetta e la signora ce li portava 2 – 3 volte all’anno.
Oggi invece per colpa di Romina di Muzzarella ai fornelli avrò libero accesso ai taralli sugna e pepe ogni giorno dell’anno. Ho fatto la sua ricetta e mi sono piaciuti veramente tanto, friabili, pepati al punto giusto, accompagnati ad una birra fresca o a un calice di vino sono perfetti per un aperitivo.
Friabili taralli con strutto e pepe della tradizione siciliana
Author: Romina Troncone
Recipe type: Troncone
Cuisine: Snack per aperitivo
Porzioni: 10
Ingredienti
Per 10 taralli:
500 g farina 00
200 g strutto
180 ml acqua tiepida
8 g di lievito di birra
100 g mandorle con la buccia + n. 30 per decorazione
1 cucchiaino di miele
15 g sale
1 cucchiaino abbondante di pepe nero macinato .
Spiegazione
Impastate 100 g di farina con il lievito sciolto in 80 ml di acqua con un pizzico di zucchero. Lasciare a riposo coperto da un foglio di pellicola per circa 1 ora.
Cuocere in forno preriscaldato a 200° le mandorle su una teglia foderata di carta forno, per per circa 5 minuti, quando le mandorle si saranno raffreddate, tritarle finemente.
Aggiungere al lievitino la restante farina, l'acqua e dopo anche lo strutto,le mandorle tritate, il sale e il miele. Non impastate troppo.
Date forma ai taralli creando con due pezzi da 50 g ciascuno dall'impasto e arrotolarli per circa 20 cm. Intrecciarli e chiuderli unendo i due lembi. Su ogni tarallo mettere 3 mandorle precedentemente bagnate.
Sistemate i taralli distanziati su una teglia coperta da carta forno e lasciare lievitare per circa 2 ore.
Cuoceteli in forno preriscaldato a 180° per circa 50 minuti.
3.5.3208
Veloci da fare e non particolarmente difficili consiglio a tutti di provarli.
Grazie ancora a Romina, anche se in effetti non so se dovrei ringraziarla.
Si dice che fare il pane è una scienza, che bisogna saper impastare nel modo giusto, che è difficile. In alcuni casi può essere vero ma c’è un modo di fare il pane senza stress, veloce anche se ci vogliono poi 12 ore di riposo, ma cosa c’è di meglio che svegliarsi e infornare il pane per il pranzo?
Questo è un pane senza impasto, o meglio con un impasto molto veloce e dove non sporcherete altro che una ciotola e una pentola.
Unico problema è avere una pentola con coperchio che possa andare in forno, l’ideale sarebbe una pentola in ghisa o comunque in materiale pesante che trattenga bene il calore, ma devo ammettere che io l’ho fatto anche con una pentola in pirex.
Questo pane senza impasto è tratto dal libro “Di farina in farina” di Marianna Franchi che stiamo testando con Cakes lab ed è fatto con farina di farro e d’avena.
Per ottenere un pane morbido, saporito, sano senza fatica.
Author: In the mood for pies
Porzioni: 1 pagnotta da 600g
Ingredienti
150 g farina d'avena integrale
350 g farina di farro
400 g acqua tiepida
5 g lievito di birra fresco
2 cucchiai di semi di lino
2 cucchiai di olio extrevergine d'oliva
1 cucchiaio di malto di riso integrale
5 g di sale ( per il mio gusto 10 g )
Spiegazione
In una ciotola capiente mescolate le farine d'avena, di farro, i semi di lino e il sale. Sciogliete il lievito di birra nell’acqua con il malto di riso e versate tutto sulle farine.
Unite l’olio e mescolate gli ingredienti con un cucchiaio di legno fino a idratare le farine.
Coprire la ciotola con della pellicola e fate lievitarefino al raddoppio del volume di partenza per 12 -14 ore con temperatura di 18°-20°.In superficie si formeranno delle grosse bolle.
Infarinate abbondantemente la spianatoia e le mani, abbondantemente.
Togliete la pellicola e rovesciate l’impasto sulla superficie infarinata.
Senza sgonfiare troppo l’impasto formare un rettangolo e dare due serie di pieghe a portafoglio.Tirare il lato sinistro del rettangolo verso l'esterno poi ripiegato lo verso il centro fare altrettanto con il lato destro in modo da sovrapporlo al primo, quindi ruotate l'impasto di 90° e ripetete le pieghe. Capovolgete l'impasto in un canovaccio infarinato in modo che le pieghe siano rivolte verso il basso, infarinate il pane e coprite con il canovaccio, fate riposare l'impasto per 1 o 2 ore in un posto caldo e lontano da correnti d'aria. L'impasto è pronto quando è raddoppiato di volume.
Scaldate il forno a 220° C ,mettete in forno una casseruola in ghisa del diametro di 24 cm con il coperchio, quando il forno è in temperatura estraete la casseruola con molta attenzione perché molto calda, rovesciate l'impasto lievitato all'interno in maniera che le pieghe siano rivolte verso l'alto, coprite con il coperchio della casseruola e infornate per 30-35 minuti.
Togliete il coperchio della casseruola e fate cuocere il pane per altri 15-20 minuti o finché la superficie sarà ben dorata, sfornate con molta attenzione e fate raffreddare completamente su una griglia prima di affettarlo o spezzarlo
3.5.3208
La ricetta è ben fatta ma , secondo il mio gusto, il pane risulta un po’ insipido. La mollica è abbastanza compatta ma molto morbida.
Direi comunque un pane ben riuscito e che merita di essere fatto, quindi la mia sarà una faccina felice .
Ricordatevi che avete ancora qualche giorno per partecipare a Crazy taste con noi !
La granella di nocciole Ventura è ottenuta da nocciole tostate ed è confezionata in una praticavaschetta salvafreschezza che ne preserva l’aroma, la croccantezza e le proprietà nutrizionali.
Una curiosità, lo sapevate che il nocciolo sin dall’antichità è stato considerato il simbolo dell’eternità, e quindi della giovinezza, della salute e della gioia. Questa simbologia è particolarmente sentita nei Paesi dell’Estremo Oriente, soprattutto in Cina e in Giappone, dove il nocciolo è molto diffuso perché, con il suo strano portamento a cespuglio, si inserisce armonicamente nello stile dei loro giardini.
Con la granella di nocciole buonissime ho pensato di fare dei bagel e poi farcirli con un tomino caldo e filante, granella di nocciole Ventura e del lardo al pepe.
La nocciola farà risaltare la cremosità del tomino e la sua croccantezza darà il giusto tocco finale al bagel.
Un soffice bagel integrale alle nocciole con tomino grigliato e lardo di Colonnata .
Author: In the mood for pies
Recipe type: Bagel
Cuisine: Italiana
Porzioni: 6
Ingredienti
Per 6 Bagel:
200g Farina Integrale
200 g di Farina tipo manitoba ( io ho usato una W270)
4 g Lievito di birra secco o 12 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaio di Zucchero semolato ( circa 5 g)
1 cucchiaino di Sale ( circa 10 g)
280-300 ml di Acqua tiepida (la quantità dipende dal tipo di farina...)
Per finire :
1 tuorlo d'uovo per spennellare
20 g granella di nocciole Ventura
1 cuccchiaio di zucchero
acqua
Per completare:
6 tomini
12 fette di lardo al pepe ( o pancetta)
20 g granella di nocciole Ventura
Spiegazione
Versare la farina in una ciotola (non setacciare la farina integrale!), aggiungere lo zucchero, il lievito e il sale, a poco a poco versando acqua tiepida, ma non calda, cominciare ad impastare, quando l'impasto sarà omogeneo e sodo aggiungete la granella nocciole, impastare ancora un pochino per incorporare bene la granella poi metterlo in una ciotola leggermente unta d'olio, coprirlo con pellicola e lasciarlo in un luogo caldo a lievitare per 1 ora e mezza circa.
Togliere l'impasto dalla ciotola, spolverare con farina il piano di lavoro, stendere l'impasto con un mattarello e dividerlo in 6 parti, da ciascuna di esse formare una pallina, leggermente schiacciata (con un diametro di 7-10 cm). Mettere ogni pallina su una teglia foderata con carta da forno.
Creare un buco al centro aiutandosi con un bicchiere e allargando il buco tirando verso l'esterno con un dito, coprire con un panno e far lievitare in un luogo caldo per 30 minuti.
Riempire una pentola capiente di acqua, aggiungere un cucchiaio di zucchero, quando l'acqua inizia a bollire mettere i bagel e bollire per un minuto su ogni lato, quando sono pronti scolarli e metterli su una griglia ad asciugare (ci si può aiutare tamponando con un tovagliolo di carta).
Scaldare il forno a 200 °C.
Spennellare la superficie dei bagel con il tuorlo e cospargere con un po' di granella di nocciole e cuocere per 15-18 minuti o fino a doratura.
Sfornare e lasciar raffreddare su una griglia da cucina.
Tagliate i bagel e lasciateli da parte.
Su una piastra ben calda fate fondere 1 tomino per ogni bagel, rigirandolo spesso, così che possa fondere bene su entrambi i lati, a cottura terminata, quando comincerà a essere cremoso mettete un pochino di granella di nocciole sul tomino, poi mettetelo subito sul bagel e coprite con 2 fette di lardo al pepe.
Servite subito accompagnandolo con una bella insalata verde
3.5.3208
Vi consiglio di prepararli per un brunch o per una colazione all’aperto accompagnata da un’insalata verde e un buon bicchiere di vino bianco.
Le nocciole sono uno dei frutti più tradizionali in Italia. La pianta, infatti, cresce spontaneamente e si coltiva soprattutto in Campania, Piemonte, Lazio e Sicilia, le principali regioni produttrici di nocciole.
La principale varietà da frutta è la Corylus avellana, una specie spontanea o coltivata in Italia.
La parola avellana deriva da Abella, un’antica località sannita in provincia di Avellino. Il suo toponimo è passato a identificare la nocciola stessa in spagnolo, avellana, e in portoghese, avelã.
Un’altra curiosità, lo sapete che, in un certo senso, dobbiamo a Napoleone l’invenzione della famosa crema gianduia torinese ? Agli inizi del XIX secolo i pasticceri torinesi inventarono il gianduia, costituito da farina di nocciole con il 15-20% di cacao perchè in quel periodo Napoleone bloccò l’importazione di prodotti dell’industria britannica e delle sue colonie, quindi i torinesi cominciarono a miscelare il cacao, divenuto quasi introvabile, con la più economica nocciola.
Qualche giorno fa ho ricevuto una bellissima sorpresa, è arrivato un pacco per me da Ventura, quelli della frutta secca ,conteneva una Mystery box con una scritta sopra: Top italian blogger 2016 !!
Che emozione, io scelta da Ventura come Top italian blogger !!
La scatola conteneva dei gadget e delle confezioni di frutta secca Ventura, tra questi mi hanno subito ingolosito i pistacchi, io li adoro, il loro colore, il loro gusto, ne mangerei a quintali.
Sta arrivando la bella stagione e con essa la voglia di uscire di casa, fare delle belle passeggiate , godersi il primo sole che scalda dopo un lungo inverno . Per mia fortuna abito in un posto bellissimo, ai piedi delle montagne e ho un bellissimo giardino dove posso pranzare all’aperto, godendo di pace e aria pura e per questo mi piace molto preparare delle ricette che possano essere anche un piatto unico, da gustare informalmente in giardino.
Vista la bella giornata ho proprio pensato ad usare i pistacchi Ventura, non in un dolce come sarebbe più logico pensare, ma in una bella angelica salata, con tanto formaggio, pistacchi e da servire con i salumi.
Un morbido pane al latte farcito con formaggio e pistacchi servito con una mousse di formaggio cremoso, mortadella e pistacchi
Author: In the mood for pies
Porzioni: 8-10
Ingredienti
Lievitino :
130 g farina manitoba
10 g lievito fresco ( o 3 di quello secco)
70 g acqua tiepida
Impasto:
400 g farina manitoba
120 g latte tiepido
110 g burro morbido
55 g parmigiano grattugiato
20 g zucchero
10 g sale fino
1 uovo e ½ ( tenete la metà avanzata per spennellare)
Per la farciotura :
100 g circa di mascarpone
100 g provola a fette sottili
50 g pistacchi tritati
Per la decorazione:
½ uovo
2 cucchiai di latte
qualche pistacchio intero
Per la mousse di mortadella:
100 g mortadella ( va bene sia a fette che in pezzo)
100 g formaggio spalmabile
25 g pistacchi tritati grossolanamente
1 pizzico di sale
1 pizzico di pepe bianco
Spiegazione
Preparare il lievitino mescolando farina, acqua e lievito velocemente e lasciar lievitare coperto per 1 ora circa o finchè raddoppia il volume.
Se avete la planetaria mettete tutti gli ingredienti del 2° impasto nella ciotola e unite il lievitino, impastate fino ad avere un impasto morbido, elastico e ben amalgamato.
Coprite e fate lievitare ancora fino al raddoppio ( circa 1½ ora - 2 ).
Versate l'impasto su un piano leggermente infarinato, stendetelo in un rettangolo dello spessore di 3-4 mm circa
Spalmate bene l'impasto con il mascarpone lasciando libera una striscia di 1 cm sul lato destro .
Mettete le fette di provola , i pistacchi tritati , poi arrotolate bene partendo dal lato sinistro e chiudendo sul bordo senza farcitura( così si sigillerà bene).
Tagliate il rotolo a metà PER IL LUNGO mi raccomando, quindi intrecciate i due filoni lasciando il lato aperto sopra.
Appoggiatelo su una teglia fa forno o in una tortiera a ciambella apribile.
Spennellate con il ½ uovo avanzato diluito con il latte, mettete i pistacchi interi e fate lievitare ancora per 30 minuti circa, nel frattempo accendete il forno a 200°.
Infornate per circa 25-30 minuti, finchè sarà ben colorita.
Servite tiepida o fredda.
Per la mousse:
Mettete inun mixer la mortadella, tritatela finemente, poi aggugete il formaggio, sale, pepe e frullate il tempo di amalgamare bene tutto. A mano incorporate i pistacchi tritati, lasciandone un pochino per la decorazione, servitelo in una ciotola a parte.
3.5.3208
Qui vi metto una breve foto spiegazione della preparazione :
Ma, pensando a quale salume si sarebbe abbinato meglio, non ho potuto non pensare alla mortadella , così ho preparato una mousse di mortadella, formaggio morbido e pistacchiVentura ovviamente .
L’angelica appena tiepida servita con la mousse di mortadella e pistacchi esalta a pieno il gusto di questi stupendi frutti secchi.
Ventura è leader nel settore della frutta secca da tantissimi anni, scegli i prodotti migliori in ogni parte del mondo per offrire il top della qualità a noi consumatori.
I pistacchi delle coltivazioni italiane e vengono raccolti ogni 2 anni ( esattamente negli anni dispari). La raccolta viene fatta sia a mano che con i macchinari, mentre l’essicazione si ottiene con aria calda. Ventura poi li confeziona in vaschette che ne preservano la fragranza.
Le prime tracce dei pistacchi nella cucina risalgono a quando Vitellio, governatore della Siria, nel I secolo dopo Cristo, ne introdusse l’uso a Roma. Il più famoso ricettario di epoca romana, il De re coquinaria di Marco Gavio Apicio, lo elenca tra i suoi ingredienti. Pompeo Crasso ne avviò invece la coltivazione nella penisola Iberica.
La coltivazione del pistacchio in Sicilia si deve invece agli arabi che, attorno al X sec., incrementarono la produzione alle pendici dell’Etna, a Bronte, favoriti dall’habitat naturale del terreno concimato da ceneri vulcaniche.
Il Pistacchio Verde di Bronte ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta nel 2010.
Due piccoli consigli :
Se volete fare risaltare ancora di più il sapore dei pistacchi fateli tostare qualche istante in una padella calda senza bruciarli.
Se invece volete che risalti il bel colore verde dei pistacchi scottateli 1 minuto in acqua bollente, poi asciugateli e la pellicina esterna si staccherà senza rovinare il frutto e mettendo in risalto il suo splendido colore.