Ho conosciuto l’hummus tanti anni fa in Siria quando la cucina etnica non era per nulla famosa, anzi veniva considerata una cucina povera, di serie b.
Ho sempre amato viaggiare ma non con i viaggi organizati, con i bus con l’aria condizionata e i grandi hotel delle catene internazionali. I miei viaggi erano frutto di mesi di letture ( internet non c’era ancora), di studio dei grandi libri delle agenzie di viaggio per far coincidere i voli al mio itinerario e di amici matti come me disposti a partire un po’ all’avventura ( anche Avventure nel mondo era agli inizi e spesso i nostri viaggi si incrociavano con i loro).
Ho visto tanti paesi, conosciuto tante persone e mangiato cibi a volte buoni a volte da dimenticare, ma l’hummus è uno di quelli che mi ha salvato. Purtroppo il cibo in Siria non andava molto d’accordo con il mio stomaco ed ero arrivata al punto che l’unica cosa che riuscivo a mangiare erano, banane, pane tipo naan e hummus con le verdure. Anche se mangiare le verdure non era il massimo per l’igiene ( sconsigliato ovunque mangiare frutta e verdura se non la puoi lavare bene tu) era l’unica cosa che riuscivo a tollerare.
So che oggi ne esistono tante versioni ma io rimango fedele a quella che ho imparato in Siria, senza fronzoli o aggiunte strane .
Quando penso al mio viaggio in Siria divento sempre triste pensando a come è ridotta ora quella terra meravigliosa ricca di grandi tradizioni e gente stupenda.
Quando penso a zone come Palmira, ormai devastate mi si stringe il cuore e torno a pensare al nostro amico del ristorante che tutte le mattine, essendo noi gli unici turisti a dormire li e lui l’unico ristoratore in quel luogo, ci chiedeva cosa volessimo per cena.
No Comments